Peak Performance Training

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Peak Performance Training

Il Campione interiore

Percorso breve di Allenamento Psico-Fisico per il miglioramento della prestazione sportiva riservato al Gruppo Atleti Junior e Master Junior.
Rosà (Vicenza), Luglio-Settembre 2022

Le parole sono come semi piantati nei nostri cuori in tenera età: affondano le radici durante la crescita dell’individuo, insediandosi nell’anima e nei pensieri. Le parole buone si insediano bene, in modo quasi impercettibile, prosperano e fanno del nostro cuore la loro dimora. Sviluppano tronchi spessi e resistenti attorno alla nostra colonna vertebrale, facendoci da sostegno quando ci sentiamo più fragili.

Ci permettono di piantare i piedi bene a terra quando la sicurezza ci sembra svanire. Ma le parole cattive crescono male. Il tronco ne viene contaminato e marcisce a tal punto che ci svuotiamo e pensiamo agli interessi altrui anziché ai nostri. Siamo perciò costretti a sopravvivere nutrendoci dei frutti di quelle parole e diventiamo ostaggi dei rami che si aggrovigliano al nostro collo soffocandoci. Spesso però quella sensazione di soffocamento porta a smettere di tentare di respirare, di liberarsi, cessando di farlo in quanto impossibile. Impossibile però è una parola inutile poiché nulla si può ritenere tale.

Il dolore, la paura, sono tutti sentimenti che possono diventare alleati se sai come gestirli ma, se ti lasci sopraffare da essi, non ci sono più storie a lieto fine, ma solo un’anima che per qualche momento o addirittura per sempre, nasconderà una parte oscura, contaminata, oppressa dai rami dell’insicurezza. La vita, purtroppo, non è un foglio di carta: gli errori non sono simboli tracciati a matita e non possono essere cancellati. Ognuno di noi è connesso direttamente a qualcosa che mai potrà cancellare dai suoi ricordi: uno sbaglio, un fallimento, un particolare evento o periodo. La mente umana fa vivere il trauma in modo differente ad ogni individuo. Qualcuno lo affronta a testa alta, qualcun altro rinchiude tutti i sentimenti all’interno di un bauletto e getta la chiave negli abissi più profondi.

Nessuno decreta quale sia il modo corretto di affrontare la frustrazione, nessuno lo conosce poiché la verità si ricerca, non si possiede. Il dolore fa parte della vita. Ci rende più forti, più coraggiosi, più umani. Ci rende vivi e ci permette di rigare dritto, più consapevoli delle nostre capacità, delle nostre potenzialità. Le delusioni fanno male, sono una bastonata. Non te ne accorgi ma con l’aumentare delle delusioni ciò che è la tua persona tende a svanire. Le delusioni prendono il posto del sangue che scorre nelle vene e l’insicurezza sostituisce l’ossigeno. Ti trovi su un bivio: o decidi di vivere o di sopravvivere. O perdoni te stesso, o vivrai con la costante paura che possa succedere di nuovo, per poi accorgerti, troppo tardi, che le cose dovevano andare proprio così. Gli errori, così come le delusioni, sono dunque scarabocchi fatti a penna che non si possono cancellare, ma che con voglia e determinazione si possono trasformare in opere d’arte. Uno dei vizi che l’uomo si porta dietro però è la costante idea che il proprio problema, così come la propria idea, debbano prevalere sugli altri, perché sono più importanti o più drammatici. Si dice che Dio ci abbia creato con due orecchie e una bocca, per fare in modo che l’uomo ascoltasse il doppio rispetto a ciò che dice. Evidentemente però dal punto di vista umano è stato solo per una questione estetica. Quando si parla ognuno tende a sopraffare l’altro pensando che il suo problema sia superiore e il suo metodo di affrontarlo migliore. Parole su parole si sovrappongono diventando urla e rumori via via sempre più lontani e incomprensibili.

Ogni problema ha tre soluzioni: la mia soluzione, la tua soluzione e quella giusta (PLATONE).

Questi sono alcuni degli argomenti che abbiamo trattato con Enzo Di Vera, mental coach che ha accompagnato noi atleti agonisti del Centro Nuoto Rosà in questo breve ma intenso viaggio di maturazione e acquisizione di consapevolezza.

Molto spesso si associa l’atleta a un mucchio di muscoli e potenza ma non si riesce a vedere oltre. Sono considerati come macchine da corsa con il solo obbiettivo di vincere.

Sarebbe un contro senso negare che ognuno di noi atleti si allena con lo scopo di vincere o realizzarsi, ma tutto questo è possibile senza la testa? La mente dell’atleta fa molto più di quello che si pensa, forse arriva a superare il fisico durante non solo la prestazione, ma anche la preparazione di questa. La determinazione, la conoscenza delle proprie capacità e dei limiti che si vogliono superare, la voglia di raggiungere l’obbiettivo, sono tutti aspetti astratti che non si vedono durante la prestazione ma che sono FONDAMENTALI per la riuscita di essa. Enzo attraverso varie sedute ed esercizi è riuscito non solo a elevare la nostra prestazione a livello mentale, ma è riuscito anche a farci unire come gruppo, fino a raggiungere il livello di una vera squadra, dentro e fuori dalla piscina, con la S maiuscola. Carl Sagan (uno dei più famosi astronomi, astrofisici, astrobiologi e astrochimici del Novecento) disse: “Da qualche parte qualcosa di incredibile attende di essere conosciuto” e oggi, quel qualcosa di incredibile, possiamo essere NOI.

Caro Enzo, grazie infinite per questa bellissima esperienza…

Un abbraccio

Sofia Zanon, Irene Marin, Evelyn Scotton, Matilda Adda, Cecilia Zanon, Elena Peruzzo, Irene Burato, Sofia De Mozzi, Beatrice Stevanin, Guglielmo Lott, Riki Sgarbossa, Piergiorgio Sgarbossa, Filippo Turcato.

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